The Onlife Manifesto 10 years after. Parte 1: uno sguardo introduttivo
A dieci anni dalla pubblicazione di The Onlife Manifesto conviene rileggere quelle pagine e comprendere se quanto espresso e motivato possa ancora essere attuale all’alba dell’era dell’intelligenza artificiale.
Su un punto in particolare conviene soffermarsi, ma lo vedremo con calma.
Trasformazioni e impatto della rivoluzione informatico-tecnologica
Gli ICTs (ovvero i prodotti informatico-tecnologici) non sono solo tool ma piuttosto forze ambientali che modificano:
- la concezione del sé
- le interazioni sociali
- il concetto di realtà (metafisica)
- le interazioni con la realtà (azione)
Questo impatto è dovuto a quattro trasformazioni, favorite e potenziate dagli ICTs:
- la sfocatura dei confini tra reale e virtuale
- la sfocatura dei confini tra umano, macchina e natura
- il passaggio dalla scarsità alla sovrabbondanza di informazione
- lo spostamento dal primato di beni, proprietà, relazioni binarie a quello di interazioni, processi e reti.
Facciamo un salto di dieci anni in avanti. Arriviamo a Settembre 2023.
L’hype dell’intelligenza artificiale ha fatto il suo ed è arrivata tra noi.
Smartphone e social media sono ormai parte delle nostre vite fin dalla culla (o quasi).
Ciò che resta è una realtà da analizzare con spirito critico, usando The Onlife Manifesto come Dante con Beatrice.
L’incomprensione del significato e le narrazioni da cambiare
La mancanza di una chiara comprensione concettuale della realtà può portarci a vedere negativamente il futuro, perché temiamo e rifiutiamo ciò a cui non riusciamo a dare senso e significato.
Questo è sempre avvenuto, probabilmente a qualcun@ la ruota sarà sembrata incomprensibile, agli inizi.
I concetti e le narrazioni che sottostanno alla modernità (primato delle entità come oggetti-realtà separati e individuali) vengono scossi dalla rivoluzione tecnologica in quest’era iperconnessa (il primato delle interazioni) in tre mosse:
- perdita di distinzione tra esseri umani, artefatti tecnologici e natura
- distribuzione di responsabilità
- abilitazione di sistemi multi-agent
E dunque
Ripensare le metafore, i concetti e le narrazioni che sostengono l’era Onlife permette di rendere comprensibile il cambiamento in atto.
Con la stabilizzazione di ICTs, smartphone, social media, e l’avvento delle IA, per non rimanere concettualmente spiazzati e quindi proiettarci negativamente sul futuro, ancora di più oggi che nel 2013 è urgente la necessità di modificare le narrazioni, le metafore, le interpretazioni con cui i policymaker descrivono questo mondo, e permettere alle persone di dare un senso e un significato alle trasformazioni in atto, alla realtà e alla propria esistenza.
D’altronde questo sviluppo tecnologico e informatico, di enorme portata, ha di necessità implicazioni di ordine politico, etico, morale, sociale, antropologico, semantico, linguistico, culturale. Tutte cose che non si possono risolvere con una X.
Ritorniamo a The Onlife Manifesto.
Fuori il controllo, dentro l’attenzione: a me gli occhi
Il dubbio di Cartesio, come conseguenza, ha condotto a un sempre maggiore affidamento al controllo in tutte le sue forme.
Nella modernità, conoscenza e potere sono uniti per stabilire e mantenere il controllo.L’era dell’ICT ci ha portati in direzione opposta, con alcuni rischi:
- deresponsabilizzazione
- identità mediate o nascoste
- controllo sociale reciproco o laterale
- overload cognitivo e amnesie (the forgetful present).
Quello che possiamo constatare è che i rischi, dal 2013 al 2023, non sono cambiati.
Come studio siamo impegnati nella diffusione di una presa di coscienza all’utilizzo non-dipendente di dispositivi e social media, avendone studiato gli impatti a breve e lungo termine.
Non possiamo quindi che essere felici quando già nel Manifesto di dieci anni fa troviamo parole dedicate all’importanza dell’attenzione, la principale vittima di quest’era iperconnessa.
L’attenzione nell’economia digitale è approcciata come una commodity da scambiare sul mercato o da incanalare in processi.
Ma il diritto di focalizzare la nostra attenzione è una condizione necessaria per l’autonomia, la riflessione, la pluralità, un presente vissuto pienamente, la capacità di giudicare, criticare e dare un significato alla propria esistenza.
Le capacità di attenzione sono un elemento inerente al sé relazionale per il ruolo che giocano nello sviluppo del linguaggio, dell’empatia, della collaborazione e del gioco.
Per questo le impostazioni di base e gli altri aspetti delle tecnologie sviluppate dovrebbero rispettare e proteggere le capacità di attenzione.
Attenzione è un attributo che condiziona il fiorire delle interazioni umane e la capacità di impegnarsi in azioni significative nell’esperienza onlife.
Quindi, dopo dieci anni, è ancora attuale The Onlife Manifesto?
Sì, e vale la pena mantenersi focalizzati sulla necessità di ridisegnare e riprogettare ancora i nostri concetti e le nostre narrazioni per costruire un futuro comprensibile, in cui “la distribuzione di potere e responsabilità sempre più bilanciata tra autorità pubbliche, imprese e cittadini” lo renda forse anche un po’ più equo.